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Dividere in sillabe
Cultura generale

Dividere in sillabe

Le regole per spezzare le parole in modo corretto

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Quante volte vi capita, dovendo andare a capo alla fine di una riga, di dover spezzare una parola per mancanza di spazio? Secondo precise regole ortografiche, ogni parola può essere suddivisa al suo interno solo tra una sillaba e l’altra, ma questa regola generale non sgombra sempre il campo da dubbi e incertezze.

Possiamo definire sillaba quell’elemento fonetico minimo pronunciabile con una sola emissione di voce, composto almeno da una vocale o da un dittongo.

La sillabazione delle parole italiane risponde ad alcune regole di fondo, che dipendono dall’ordine interno di vocali e consonanti, dalla presenza di iati, dittonghi o trittonghi, dall’uso di apostrofi, segni diacritici o parole composte. La divisione in sillabe permette di suddividere ogni parola e può essere classificata secondo alcune norme generali:

La composizione di consonanti e vocali

Innanzitutto per una corretta divisione in sillabe, bisogna considerare in quale ordine compaiono vocali e consonanti.

Se la vocale iniziale di una parola è seguita da una consonante semplice, essa forma una sillaba: u-mi-do.

Una consonante semplice forma una sillaba con la vocale che la segue: ma-no.

Generano una sillaba con la vocale che segue le lettere che appartengono ai gruppi consonantici b, c, d, f, g, p, t, v più l oppure r: cru-na, cru-do.

I gruppi di due consonanti uguali e il gruppo cq devono essere divisi: pel-le, ac-qua.

I gruppi composti da tre o più consonanti seguono in genere la regola per cui la prima consonante fa parte della sillaba precedente e quelle successive della sillaba seguente: li-quo-re, re-go-la-re.

I gruppi formati da s seguita da una o più consonanti formano una sillaba con la vocale seguente: spe-ran-za, sti-ra-re, po-sto.

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Iati, dittonghi, trittonghi e apostrofi

Le vocali che formano uno iato vanno divise (bo-a-to), mentre devono essere nella stessa sillaba i dittonghi (schie-na) e i trittonghi (guai).

Le consonanti finali con apostrofo costituiscono una sillaba con la parola che segue: l’a-to-llo, l’im-pre-sa.

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Segni diacritici e parole composte

Sono diacritiche le lettere che non corrispondono a un suono, ma hanno la funzione di stabilire la giusta pronuncia di un’altra lettera o di un gruppo di lettere. Si pensi a titolo di esempio ai gruppi formati con la h e la i, i quali costituiscono una sillaba con la vocale che segue: ghi-ro.

Le parole composte seguono le stesse regole delle parole semplici, ma i composti con dis-, sub-, trans-, iper-, post-, super- possono presentare, se il prefisso è avvertito nettamente, una divisione tra il prefisso e la base. 

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